Se la
poesia dovesse mai avanzare una pretesa sarebbe innegabilmente quella
di voler essere ascoltata.
E non
per obbedire alla sua primigenia oralità. Piuttosto per la sua
sottesa urgenza di trasmissione delle istanze in essa contenute,
evitando sia il binario morto dell’autoreferenzialità che le
mobili sabbie dell’oblio.
Ecco,
quindi, che la poesia diviene strumento, azione (pragmatismo) e
lascito (testamento storico, morale e umanitario): assioma che al
giovane Rocco Scottellaro dovette sembrare capitale per la
concretizzazione degli ideali morali e politici che già si andavano
formando in lui nell’adolescenza.