Il semiologo russo Jurij Michajlovič Lotman |
Di Carla Cenci
L’arte
è la lingua della vita,
col
suo aiuto la realtà ci parla di sé.
J.
M. Lotman 1
Degli innumerevoli tentativi di
definizione della poesia, che si ostina sempre, puntualmente, a
rimanere indefinibile, quello di
Jorge Louis Borges forse
esprime meno di tutti una definizione: la
poesia, dice, è
“una passione e una gioia”.2
Con questo assunto, a prescindere dai
fini espressivi e dalla varietà di generi che possono orientare un
poeta, dal comico al tragico, dall’elegiaco al parodico, e via
elencando, si riconosce generalmente alla poesia la qualità di
rappresentare un’esperienza emozionale intensa e gratificante. Che
si tratti poi di un’esperienza non connessa solo a dinamismi
intellettuali, ma anche mimeticamente fisici, possiamo dedurlo
facilmente, perché, a ben guardare, al godimento di una bella poesia
partecipa tutto il corpo. Pensiero, emozione, gesto, voce, tutto
confluisce in un evento sintetico, speciale e misteriosamente
attraente.