venerdì 2 febbraio 2018

Passione, realtà, conoscenza nel pensiero della poesia

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Il  semiologo russo 

Jurij Michajlovič Lotman

Di Carla Cenci 

L’arte è la lingua della vita,
col suo aiuto la realtà ci parla di sé.

J. M. Lotman 1



Degli innumerevoli tentativi di definizione della poesia, che si ostina sempre, puntualmente, a rimanere indefinibile, quello di Jorge Louis Borges forse esprime meno di tutti una definizione: la poesia, dice, è “una passione e una gioia”.2
Con questo assunto, a prescindere dai fini espressivi e dalla varietà di generi che possono orientare un poeta, dal comico al tragico, dall’elegiaco al parodico, e via elencando, si riconosce generalmente alla poesia la qualità di rappresentare un’esperienza emozionale intensa e gratificante. Che si tratti poi di un’esperienza non connessa solo a dinamismi intellettuali, ma anche mimeticamente fisici, possiamo dedurlo facilmente, perché, a ben guardare, al godimento di una bella poesia partecipa tutto il corpo. Pensiero, emozione, gesto, voce, tutto confluisce in un evento sintetico, speciale e misteriosamente attraente.