lunedì 31 ottobre 2016

Lorena Turri e la "metrica" del dolore

Lorena Turri
Di Giuseppe Cerbino

Solo nello spasmo del parto comprendiamo la tenuta del mondo: la sua vicenda di dolore e di esaltazione per la vita. Nel femminile è possibile riconoscere queste dinamiche; ecco perché, da questo punto di vista c'è molta sapienza in tanta poesia scritta da donne; il che non vuol dire che le donne sappiano di più ma vuol dire che il dolore delle donne ripete simbolicamente il mancare e il sorgere in questo strano mondo in cui ci troviamo a essere.

Nella poesia di Lorena Turri (Castelnuovo di Carfagnana - 1958) la “sapienza” è una costola strappata all'Adamo che non sa dire il suo dolore ma cerca il motivo di un vuoto. Si diventa sapienti solo calibrando il dolore di un “parto” già inscritto in una metafora soffocante. Tristezza è questa stanza,/svuotata di speranza/dove parola muta/muta in parola vuota, scrive la Turri in alcuni suoi versi.

martedì 4 ottobre 2016

Tommaso Landolfi e la poesia

Tommaso Landolfi
Di Leonardo Tonini

Considerato uno dei più importanti autori del novecento, Tommaso Landolfi (1908 - 1979) pubblicò a sorpresa, nel 1972, una corposa raccolta poetica, Viola di Morte, a cui fece seguito, nel 1977, Il tradimento[1]. All’uscita del primo volume, lo scrittore ha 64 anni e una prolifica carriera di romanziere e scrittore di racconti, alle spalle. È inoltre saggista e traduttore dal russo, gode della stima della critica e la sua opera è presente in antologie e su riviste. È in quegli anni più citato che letto, non ha molti lettori, ma oggi, la recente, e ancora in corso, edizione di tutte le opere per la casa editrice Adelphi raccoglie un discreto consenso di pubblico. Conosciuto è il caso di un racconto scritto in una strana lingua, incomprensibile, inventata a detta dei critici e poi svelatasi come costituita di parole sì aduse, ma tutte italianissime, saccheggiate da un vecchio dizionario[2].