di
Pasquale Lucio Losavio
Gianpaolo Mastropasqua |
Viaggio
salvatico
è un’Opera. Lo è perché è il risultato di un percorso, di una
lunga sedimentazione, esistenziale e letteraria, è la conclusione di
un discorso interiore cominciato molto tempo fa e che ha portato
Gianpaolo Mastropasqua, appunto, all’Opera. Il Viaggio
salvatico (Fallone editore, 2018) è un’Opera per stabilità, compattezza, equilibrio fra materia e
forma; è l’Opera di Gianpaolo Mastropasqua perché dice una parola
conclusiva in questa fase della sua evoluzione letteraria. E
Gianpaolo Mastropasqua è un poeta, un vero poeta. Non solo dal punto
di vista sostanziale e di stile di vita ma, anche e soprattutto, dal
punto di vista formale. Molto spesso si trascura l’aspetto tecnico
della poesia, a favore della creatività, di quella che viene
chiamata ‘ispirazione’. C’è in Mastropasqua una limpidezza
formale, una ricchezza lessicale, una costruzione ritmica, musicale
del verso che tradisce la sua formazione di musikosaner. Delle
quattro armonie greche, la lidia, la frigia, la jonica e la dorica, è
proprio questa ultima che sembra propria di Mastropasqua. La dorica è
la musicalità tipica dell’eroe, che accompagna le vicende epiche,
che sottolinea il coraggio come virtù. E, in questo senso, è
rivelativo il titolo scelto per questa opera: Viaggio
salvatico.