
Di Beatrice Orsini
Una consapevolezza
agrodolce attraversa i testi di Viviana Viviani, ossia lo sfasamento
temporale che caratterizza ogni incontro e – per estensione –
ogni relazione umana, soprattutto quella amorosa. L’appuntamento è,
da sempre, mancato (L’universo non vuole/che ci incontriamo oggi);
anzi, in maniera ancora più estrema, si potrebbe dire che
l’appuntamento è tale proprio in quanto mancato e, ciononostante,
pervicacemente preteso e inseguito (“Ho sfinito le amiche/e mia
madre ti odia/non c’è più nessuno/per parlare di te”).
Un’antinomia per nulla incoerente si riverbera ad ogni pagina:
quella che, da un parte, è avvertita del disincanto insito in ogni
amore e, dall’altra, quella che non vuole rinunciare al miraggio
dell’altro.