lunedì 26 marzo 2018

Intorno alla poesia di Andrea Casoli


Di Giangiacomo  Amoretti



La poesia di Andrea Casoli esemplifica bene i caratteri di quella che è stata definita, nell’ambito della poesia del Novecento, “linea crepuscolare”: quella linea, cioè, che partendo da Pascoli, da Gozzano e dai crepuscolari, si è sviluppata, fino alla fine del secolo, al di fuori dell’ermetismo, da una parte, e dei più recenti sperimentalismi neoavanguardistici dall’altra. L’attenzione rivolta ai fatti minimi della vita quotidiana e alle emozioni più semplici, ma anche più sottili e più fini; un realismo appena accennato; un lirismo corretto spesso dall’ironia: sono questi gli elementi del “crepuscolarismo” casoliano, cui si aggiunge, a segnarlo in modo inconfondibile, una perizia metrica assolutamente non comune.
Che non porta certo al recupero di forme metriche desuete (benché il gusto per lo schema difficile non manchi: basta pensare a una lirica come Il tempo, dove le rime dei versi pari di ogni quartina si ripetono puntualmente nei versi dispari della quartina successiva), ma bensì ad un utilizzo regolare di alcuni versi della nostra tradizione – in primis l’endecasillabo, ma anche, fra gli altri, il novenario dattilico e il decasillabo anapestico, entrambi, non a caso, largamente usati da Pascoli, che resta una delle presenze più evidenti nella poesia di Casoli – e a uno sfruttamento abilissimo della rima, alternata spesso – qui il riferimento potrebbe essere forse Montale – all’assonanza e alla consonanza.
Sono in genere testi molto brevi, caratterizzati da una rarefatta lievità ritmico-musicale che ha tutta l’apparenza della naturalezza espressiva, ma nasconde in sé un’intensità lirica talora profondissima. Ogni parola è calibrata in modo preciso in modo da armonizzarsi con le altre, in una quasi perfetta fusione di forma e di significato. Una poesia, insomma, che merita non soltanto di essere letta e “goduta”, ma anche – perché no? – di essere attentamente studiata nei suoi meccanismi formali e nelle sue raffinatissime soluzioni metriche.

°°°



Ogni tanto mi fermo 
ad attendere un passo di danza 
e ti cerco 
come musica lieve di un giorno 
e rimpiango 
di non essere nota o strumento 
per averti all’istante. 
Ogni tanto mi fermo 
e se tocchi le corde di un sogno 
io mi sveglio 
e ti sento qui accanto 
dentro brividi lenti ed eterni. 
Ogni tanto ti fermi 
e restiamo abbracciati nei giorni


***

E TUTTO QUELLO


Adesso è il vento 
a voltarmi le pagine non scritte. 
Mi eclisso un poco 
dietro le lune che già mi mancano 
e come il sole non cambio posto. 
C’era il tuo nome ovunque 
dentro al nostro romanzo senza inchiostro 
e tutto quello che non ti ho chiesto.







3 commenti:

  1. Ovviamente ringrazio il Professor Amoretti per questa bellissima recensione!

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  2. Io ho poco da dire. Temo che le mie parole non riescano a esprimere il valore di quest'opera. Manifesto solo la mia soddisfazione ogni volta che vedo arrivare qualcosa di importante, e queste poesie lo sono veramente.

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